I personaggi principali Turandot: la principessa Altoum: imperatore Timur: re tartaro spodestato Calaf: Principe ignoto figlio di Timur Liù: giovane schiava Ping: gran cancelliere Pang: gran provveditore Pong: gran cuciniere ATTO PRIMO
La folla è adunata davanti al loggiato del palazzo imperiale, presso le imponenti mura di Pechino. E' il tramonto, ed un mandarino proclama il tragico decreto di Turandot: la principessa andrà in sposa solo a colui che saprà sciogliere i tre enigmi da lei proposti; ma se il pretendente fallirà la prova, subirà la morte. Il principe di Persia, che fu vinto nel cimento, sarà decapitato allo spuntar della luna. La folla gioisce all'annuncio dello spettacolo di morte e chiama a gran voce il boia tentando di penetrare nella reggia. E' ricacciata dalle guardie. Nel tumulto sono coinvolti Timur, il vecchio re dei Tartari spodestato, esule dalla sua patria, e Liù, la dolce fedele schiava che ha voluto rimanergli fedele nella sventura. La fanciulla invoca soccorso per il vecchio ed ecco un giovane farsi largo e accorrere. E' Calaf, figlio di Timur, e come lui esiliato e fuggiasco. L'incontro ed il riconoscimento sono commoventi. Il vecchio re narra - mentre s'avanza il carnefice coi suoi aiutanti - della fuga e del generoso sostegno trovato in Liù; e a lei Calaf si volge grato, chiedendo il perché del sacrificio. E Liù svela con timida voce il suo grande segreto: perché un giorno il principe le aveva sorriso! E da allora la sua vita fu votata a lui. Frattanto il boia arrota lo spadone per il supplizio e la folla canta sguaiata, impaziente di veder sorgere la luna che segnerà l'ora di morte. Finalmente il pallido raggio illumina il cielo e avanza il corteo che accompagna il principe di Persia al supplizio. Ma nel vederlo giovanissimo e bello la ferocia della folla si cambia in pietà e si invoca Turandot perché conceda la grazia. Calaf maledice la principessa, ma il grido gli muore sulle labbra quando ella appare. Turandot, bellissima, illuminata dalla luna, sembra una creatura del cielo e Calaf estasiato non sa tacere la sua meraviglia. Turandot con un cenno nega la grazia ed il corteo riprende lento e tragico, seguito dalla folla. Calaf è rimasto immobile, come trasognato, e quando si riscuote è per invocare Turandot. Timur e Liù che sono rimasti con lui, tentano di distoglierlo ed allontanarlo, ma invano. Alla invocazione di Calaf, intanto, un'altra risponde: quella del principe che muore, seguita dall'urlo della folla. Per un momento Calaf sembra esitare, ma poi corre verso il gong per annunciare di volersi sottoporre alla prova. Non fa in tempo a raggiungerlo che tre figure grottesche gli tagliano la strada. Sono Ping, Pang e Pong, i tre ministri imperiali che, con la descrizione del supplizio riservato a chi fallisce, vogliono dissuaderlo dal tentare la prova. Ma Calaf ancora non cede. Appaiono sul loggiato le ancelle di Turandot ad intimare silenzio perché la principessa dorme. Voci di ombre - gli innamorati che fallirono nel risolvere gli indovinelli - chiamano Turandot, ma queste voci non fanno altro che mettere nuovo fuoco nell'anima di Calaf. Né l'apparizione del boia sugli spalti che infila in un'asta la testa mozza del principe persiano, né il disperato appello di Timur né il pianto di Liù lo fanno rinunciare al suo proposito folle. Raccomandata alla fanciulla il vecchio padre, si svincola da loro e dai tre ministri che tentano ancora di trattenerlo, e si precipita al gong battendo i tre colpi fatali, invocando tre volte la principessa. Tratto da Sito Arena Verona
Liista completa degli interpreti, direttore d'orchestra e anno di produzione...
Anno di produzione: 1988 Registrato al MET ( Metropolitan Theatre of Opera) di New York Coro e orchestra del MET Direttore d'orchestra: James Levine Messa in scena a cura di Franco Zeffirelli
Interpreti: Turandot- Eva Marton ( soprano) Liù- Leona Mitchel (soprano) Il principe ignoto ( Calaf)- Placido Domingo ( tenore) Timur, padre di Calaf- Paul Plishka (basso) L'imperatore Altoum- Hugues Cuedon ( tenore) Ping- Brian Schexnayder (baritono) Pang- Allan Glassman ( tenore) Pong- Anthony Laciura ( tenore) Un Mandarino- Arthur Thompson ( basso) Il principe di Persia- Scott Forrest ( tenore)
L'idea di ispirarsi per il soggetto ad una delle fiabe teatrali più celebri di Carlo Gozzi, drammaturgo veneziano del Settecento contemporaneo e rivale di Carlo Goldoni, nacque da un incontro a Milano durante l'inverno del 1920 fra Puccini e i librettisti Adami e Simoni.
Puccini mise subito al lavoro i suoi collaboratori e già nell'agosto del 1920 erano state apportate le principali modifiche rispetto allo schema originale. Adami e Simoni, il primo versificatore e il secondo ideatore della trama, scrissero il libretto e lo dovettero adattare molte volte rispettando le richieste del compositore. Le difficoltà principali furono quelle causate soprattutto dal carattere favoloso dei personaggi gozziani, privi di quel pathos che Puccini tanto ricercava. Le maschere nella versione originale della fiaba vennero trasformate dagli autori nel terzetto dei ministri Ping, Pang e Pong che rappresentano la gran parte del materiale musicale cinese nell'opera. La protagonista Turandot diventa invece un ostacolo nella costruzione dell'opera a causa della forte mutevolezza del personaggio. Infine lo spessore eroico del Principe Calaf e l'introduzione della figura di Liù, con il suo sacrificio d'amore, sono elementi innovativi e tipici dello stile pucciniano.
All'inizio del 1921 Puccini aveva già iniziato la composizione musicale con l'aiuto di un carillon cinese appartenente alla collezione d'arte dell'amico Fassani e grazie all'ispirazione ad alcuni brani di musica folk forniti dalla Ricordi. Tuttavia la strumentazione dei primi due atti venne conclusa solo nel febbraio del 1924. Il terzo atto invece rimaneva incompiuto, poiché l'autore non riusciva a vederne il logico sbocco drammatico, specialmente per il gran duo finale fra Calaf e Turandot, già rivisto ben quattro volte. Da questo momento in poi Puccini continuò a lavorare freneticamente sull'opera, interrompendosi solo per soggiorni all'estero o per correggere altre partiture.
All'inizio del 1924, mentre il lavoro sulla partitura procedeva tra alti e bassi, il compositore ebbe i primi sintomi della malattia che l'avrebbe portato alla morte in quello stesso anno. Cercò di sottoporsi ad alcune cure, ma senza risultati visibili. Cominciò allora a deperire, ma nonostante ciò prese accordi sulla data della prima di Turandot, sebbene l'opera non fosse ancora ultimata. Gli fu diagnosticato un papilloma, che in realtà era un cancro alla gola senza alcuna possibilità di guarigione. L'unico modo per prolungare un po' la vita del malato era di sottoporlo ad un intervento chirurgico immediato e alla cura del radio presso "L'Institut de la Couronne" di Bruxelles. Il 24 novembre fu sottoposto con successo all'intervento. Quattro giorni dopo però il cuore del compositore cedette improvvisamente, portandolo alla morte, che avvenne il 29 novembre 1924.
Alla sua partenza per Bruxelles, Puccini aveva portato con sé le trentasei pagine di abbozzo di partitura delle due ultime scene di Turandot ossia il duetto d'amore e il finale del terzo atto, nella speranza di terminarli, ma non vi riuscì.
Chi conosceva meglio di tutti la partitura dell'opera era Arturo Toscanini e fu proprio lui ad incaricarsi di presentare l'opera rimasta incompiuta. Era un problema grave sia dal punto di vista pratico e sia della responsabilità artistica. Puccini aveva infatti lasciato una partitura completa solo fino al suicidio di Liù e al corteo funebre che segue. La scelta di chi avrebbe dovuto completare l'opera non fu semplice. Toscanini propose alla famiglia Puccini e alla casa Ricordi di affidare l'incarico a Franco Alfano il quale completò la partitura dell'ultimo episodio dove la principessa Turandot è scossa e trasformata dall'amore sulla base dei fogli lasciati da Puccini.
La prima dell'opera fu quindi rappresentata alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 sotto la direzione di Toscanini. Giunti al terzo atto, terminata l'aria di Liù "Tu che di gel sei cinta" il maestro depone la bacchetta e rivolgendosi al pubblico interruppe l'esecuzione commosso: "Qui il maestro è morto" e abbandona quindi l'esecuzione là nel punto in cui il suo compositore si era fermato.
E cominciamo....dalla fine ....almeno in senso cronologico eheheh ....non c'è alcun dubbio che Turandot chiude l'epopea d'oro dell'opera ...che da Mozart a Puccini ha attraversato 150 anni di Arte europea
Il Puccini di Turandot è un Puccini maturo, che medita con pignoleria, che gira l'Europa in lungo e largo mentre si porta appresso la partitura dell'opera...e che non riuscirà a completare la scrittura musicale del terzo atto per le condizioni precarie di salute..ma anche per un blocco-creativo, un rendersi conto che la sua forma espressiva apparteneva già ad un periodo in "chiusura"...come il distillato delle ultime gocce di qualcosa che ha nutrito per decenni la musica e che ora sta per cedere il passo ad altro/i generi/arti.
Il 1924 ...è l'anno di inizio delle trasmissioni quotidiane della RADIO.....è l'affermazione dei comici del cinemamuto (keaton e Charlot...)...eheheheh se Puccini fosse nato 10 anni dopo e vissuto 10 anni in piu' avrebbe trovato ad es nel Cinema un suo mondo espressivo...perchè alcune scene e alcune musiche da lui composte hanno i TEMPI del cinema....se pensate a Boheme o a Tosca....i dialoghi serrati tra protagonisti-cantanti hanno già un chè da ripresa cinematografica....
Tutto questo per dire che? Per dire che Turandot è il tirar giu' il sipario su quel mondo creativo che è stato il Melodramma.... qualcuno ha detto che il Melodramma italiano è una gran tendone da circo che si regge su due picchi-apice: uno segna l'inizio ...."Amami Alfredo" e l'altro la chiusura :"Nessun dorma"
.................................... Altra caratteristica di Turandot ...e poi la chiudo qui per ora ...è che attraverso essa Puccini voleva costituire un legame d'arte tra l'europa e l'estremo oriente , allora totlamente ignoto e chiuso all'occidente...e tanto è profondo il tentativo, da caratterizzare la scrittura musicale dell'intera partitura che non è mai lineare, limpida, unilaterale, ma mixata, complessa, contrappuntata, perfino misteriosa....perchè per gli europei l'estremo oriente è Tuttora un mondo a sè...pensate quanto lo fosse 80 anni fa
Un'ultima notazione generale... Mozart e Puccini ...che sono i due antipodi temporali ....hanno in comune parecchie "cosette": entrambi imparano ad amare la musica dai padri - il papà di mozart fu il suo impresario..il papà di Puccini insegnava in conservatorio a Lucca - Entrambi adoravano viaggiare e incontrare culture musicali diverse dalla propria... Entrambi avevano nella "semplicità di scrittura musicale" il loro asso nella manica....perchè nulla è piu' vivo e vicino alla lettura dei sentimenti umani - tradotti in suoni - della semplicità.. Entrambi, se vissuti nel periodo di cinema e di pubblicità...avrebbero fatto soldi a palate con le colonne sonore e i gingles per la pubblicità.. Entrambi avevano un rapporto Vitale con la vita e con la sua sregolatezza...
E' un caso tutto ciò? NO....vuol semplicemente dire che l'originalità e la genialità musicale ha a che fare con l'essere immersi contemporaneamente in se stessi e nel proprio tempo (godersi l'esistenza insomma)....ed è da quello che esse si nutrono... Un altro che si godette successi ed esistenza ...fu Rossini...mentre Donizetti e Bellini avevano entrambi un equilibrio psico-fisico instabile e morirono sotto i 40 anni... Lo stratega del gruppo, quello che dosò in modo quasi da commercialista la su' arte fu Peppin Verdi... Leoncavallo e Mascagni furono irretiti dal successo travolgente di Puccini negli anni della competizione tra loro....
Ok..è ora di preparare la cena ...e di godermi la finale maschile di pattinaggio con zar Plushenko in agguato
Bhe, che vi devo de di.... Turandot per me, insieme alla mia Toscuccia, è il diamante della corona di composizioni del sor Giacomino. La cosa che io sicuramente amo in Puccini, come ho avuto modo di dire altrove, è il senso della melodia e la fluidità con cui scorre il tutto... Mentre il sor Verdi, per quanto bravissimo, all'orecchio mio suona un pò più "aspro". Puccini è fluido nel comporre, e le sue opere scorrono che è un piacere, ogni pezzo è funzionale all'altro, non ho mai trovato un pezzo che sia "ozioso" o messo lì tanto per starci... Perchè dico che Turandot per me è diamante della corona? Perchè stiamo parlando di un'opera composta negli anni Venti, e ambientata in Cina... Ora, al giorno d'oggi non ci sarebbe nulla di strano, basta aprire Google, Emule e quant'altro e in quattro e quattr'otto abbiamo davanti a noi foto della Cina, musiche, ricette di piatti tipici, costumi e chi più ne ha più ne metta... Ma negli anni Venti il 90% delle persone manco sapeva dov'era la Cina, e il sor Giacomino che mi fa? Legge la fiaba, prende un carillon e i dischi di musica folk e in quattro e quattr'otto mi mette su un'opera in cui i suoni e i colori della Cina sono resi come nessun compositore d'oggi forse saprebbe fare... Ma non lo trovate semplicemente geniale??? Io sì! Purtroppo la morte se l'è portato via prima che potesse finirla... E secondo il mio 'gnurantissimo parere si sente... Perchè dopo il coro "Liù, dolcezza" c'è un salto stilistico pazzesco... Dalla pienezza dei suoni del sor Giacomino si passa a 'na cosa tutta diversa... All'inizio io sento letteralmente le unghie che stridono sul vetro, vi giuro! Mi rendo conto che Alfano ha avuto da fa un lavoraccio ingrato, ma tant'è... Ha fatto quanto di meglio poteva, riprendendo anche alcuni temi del secondo e dell'inizio del terzo atto, ma gli manca quella sonorità a tutto tondo che a Puccini veniva fluida, quasi istintiva. Per quanto riguarda il personaggio femminile, ci troviamo di fronte all'antitesi esatta del personaggio tipico dell'opera ottocentesca. Turandot infatti non è la dolce e pura fanciulla che si prostra ai piedi del bel macho ( o perlomeno non all'inizio... Lo diventerà solo sul finale, in pieno stile puccipucci...) tipo la Butterfly, ne la donna passionale e innamorata pronta alla muerte per l'omo suo tipo sora Toscuccia... No, all'inizio e per buona parte dell'opera Turandot è una donna gelida, che ha freddamente deciso di non innamorarsi e anzi di condannare a morte chiunque la chieda in moglie per vendicare un'antico torto subito dalla sua ava Lou Ling.. Anche se, a parer mio, a Turandot della morte dell'ava sua gliene importa meno che a me della morte della bisavola della mia gatta... Turandot non vuole innamorarsi perchè ha paura di mettersi in gioco e soprattutto di diventare schiava dell' omo dominatore ( dato che questo era il destino, pure per le principesse par suo, nella concezione ottocentesca dell'ammmore...) Alla fine però l'amore del sor Calaf avrà la meglio... Come direbbe Dante, amor che nullo amato amar perdona... Ovvero l'amore non permette a chi è amato di non riamare a sua volta... E quindi anche l'algida Turandot diventerà una fanciulla ardente e pronta a buttarsi ai piedi dell' omo. Il sor Calaf è un personaggio maschile massiccio, guerriero... E' un orgoglioso principe che ha perso il suo trono ed è costretto ad andarsene ramingo per il mondo. Quando incontra Turandot decide in trenta secondi di tentare il "colpaccio"... Vuoi per voglia di riscatto, vuoi per desiderio di dimostrare di essere intelligente, forte e indomabile... E secondo me anche per ammmmore... Rispetto al tragico destino che tocca ai personaggi dell'opera, come dice dada al sor Calaf e alla sora Turandot gli va DECISAMENTE di lusso! Liù, la giovane schiava che solo per un sorriso di Calaf ha dedicato la sua vita a proteggere il padre di lui, Timur, è invece il classico personaggio femminile del melodramma ottocentesco. E' la fanciulla pronta a tutto per ammmore, anche a uccidersi per permettere al suo amore di vincere e ottenere in sposa un'altra donna. Poi magari daduccia, se vuole, potrà spiegarci meglio la struttura musicale dell'opera, gliene sarei tanto grata... E veniamo a questa specifica rappresentazione. Innanzitutto vi consiglio caldamente l'acquisto del dvd, perchè i costumi e le scenografie del sor Zeffirelli sono davvero sontuosi, quanto di più bello si potesse immaginare, e il MET è ideale cornice a tanto splendore. Per quanto riguarda gli interpreti, devo dire che la Marton è un soprano che, se io avessi ascoltato in un'altro contesto, non avrei gradito probabilmente. Perchè? Perchè nel cantato tende all'emissione di suoni piuttosto aspri, con acuti altissimi e squillanti, e l'orecchio mio preferisce suoni un pò più melodici e bassi... Ma in questo contesto mi piace molto, perchè proprio queste sue caratteristiche le permettono di interpretare al meglio nel cantato lo spinoso e fiero caratterino dell'altera principessa. La Mitchel è molto brava, al contrario della Marton ha la tendenza ad emettere suoni morbidi e rotondi con acuti puliti e non stridenti. Ha un solo deficit: è americana, e si sente... In italiano ha una dizione praticamente intellegibile, ma rimane una Liù favolosa, proprio perchè grazie alle sue caratteristiche da alle sue arie un timbro molto dolce e romantico, in linea col carattere dell'eroina che interpreta. E mo veniamo al sor Placidone... Premetto che ho ascoltato anche Lucianone e Carreras in questo ruolo, giusto per farmi un'idea, e ho anche ascoltato altre registrazioni di Placidone... Ma per me questo rimane il miglior Calaf della sua gloriosa carriera. Probabilmente Placidone si trovava in un periodo particolarmente favorevole, quello che potremmo definire "stato di grazia", ma la sua voce raramente ha raggiunto simili livelli di bellezza. Forse così bella l'ho sentita solo nel suo Mario... Calaf è un ruolo che, a parer mio, richiede una voce più drammatica che lirica, proprio per rendere al meglio il roccioso carattere del protagonista. Placidone prende il suo bel vocione e lo mette a pieno servizio del personaggio e dell'orchestra, sottolineando in maniera sublime ogni passaggio. Notate, ad esempio, come cambia il tono in La grazia- O divina bellezza... Da squillante all'inizio ( Calaf si erge a rappresentante del popolo nel chiedere la grazia) a sognante dopo aver visto la principessa, con una morbidezza incredibile nella parte medio bassa, laddove altri baritoni- tenori come lui risuonano spesso gravi ( O divina bellezza, o meraviglia... Si profuma di lei l'oscurità...) o gli accenti dolcissimi con cui inizia Non piangere Liù, che culmina nel disperato "Chiede colui che non sorride più!" Proprio il fatto che i suoi acuti non siano limpidissimi come quelli del sor Pavarotti, a parer mio, gli permettono di rendere meglio l'accoratezza di alcuni momenti. Nel secondo atto il suo modo di cantare cambia, diventa sicuro, preciso e squillante... E' l'eroe trionfatore che DEVE vincere, pena la morte, e un eroe mica si può mostrare indeciso o pauroso... Nel duetto con l'imperatore, ad esempio, quei tre "Figlio del Cielo, io chiedo d'affrontar la prova!" a livello di suono sono secchi come squilli di tromba che annunciano l'ingresso del vincitore. Anche gli acuti qui sono fatti con maggiore precisione e migliore accuratezza, a parer mio, e sono un pò più puliti che i soliti acuti scuri dominghiani. Il tono appassionato e morbido ritorna sul finale, quando dichiara di non volere una sposa riottosa, ma "fremente d'amore" e propone alla principessa un enigma: "dimmi il mio nome prima dell'alba... E all'alba morirò..." Quel morirò, detto a bassissima voce, morbidissimo, esprime appieno il significato di quella sfida... Lui sa che vincerà, perchè la principessa non potrà resistere al suo amore, e poi nessuno sa chi lui sia... Quindi l'ipotesi della morte diventa remotissima... Nel terzo atto troviamo, vocalmente, una commistione dei due precedenti... All'inizio, nel Nessun Dorma, la voce di Placidone risuona morbida, avvolgente e scura, fremente di desiderio... E' il canto di un uomo che non vede l'ora che arrivi l'alba per stringere l'ambito premio, l'amore suo. Il suo Vincerò è fatto in maniera molto diversa da quello squillante di Lucianone... E' più basso e scuro, e sembra quasi proiettarsi nel futuro... Non ho ancora vinto, ma SONO CERTO che vincerò, e non vedo l'ora... Poi ritornano i suoni squillanti e decisi durante i duetti con la principessa, i toni morbidi dopo la morte di Liù e di nuovo i toni squillanti... Fremente di rabbia in "Principessa di morte", ad ascoltarlo sembra quasi che la sia picchiando... E invece vi assicuro che canta a tot metri da lei, le gira solo intorno e solo alla fine le tira giù il braccio per scoprirle il volto. La rabbia scema poi in bruciante passione nel Ti voglio mia... Anche qui, sembra quasi che la stia spogliando a viva forza, eppure anche qui è lontanissimo da lei... Per poi culminare in un altro squillo di tromba, la dichiarazione del suo nome... Detto squillante perchè ormai lui SA che Turandot lo ama, e quindi è come se gli dicesse: "Ok, ti dico il mio nome... Vediamo se hai coraggio di denunciarmi e condannarmi a morte, dai! " Ommamma, v'ho scritto un trattatello... ghghgh... Un'ultima cosa e poi taccio, giuro... Vi pregherei di porre l'attenzione sul terzetto Ping, Pang e Pong, e su come riescano nei concertati a fondersi rafforzando uno le doti dell'altro...
Un mandarino Popolo di Pekino! La legge è questa: Turandot la Pura sposa sarà di chi, di sangue regio, spieghi i tre enigmi ch'ella proporrà. Ma chi affronta il cimento e vinto resta porga alla scure la superba testa!
La folla Ah! Ah!
Il mandarino Il principe di Persia avversa ebbe fortuna: Al sorger della luna per la man del boia muoia!
La folla Muoia! Sì, muoia! Noi vogliamo il carnefice! Presto, presto! Muoia, Muoia! Al supplizio! Muoia, muoia! Presto, presto! Se non appari, non ti sveglierem! Pu-Tin-Pao, Pu-Tin-Pao! Alla reggia! Alla reggia! Alla reggia!
Le guardie imperiali Indietro, cani! Indietro, cani!
La folla Oh, crudeli! Pel cielo, fermi! Oh, madre mia!
Le guardie Indietro, cani!
La folla Ahì! I miei bimbi! Crudeli! Oh, madre mia! Crudeli! Per il cielo, fermi! Fermi! Fermi! Oh, madre mia!
Le guardie Indietro, cani!
Liù Il mio vecchio è caduto!
La folla Crudeli! Siate umani! Pel cielo, fermi! Crudeli! Non fateci male!
Le guardie Indietro, cani!
Liù Chi m'aiuta a sorreggerlo? Il mio vecchio è caduto. Pietà!
Calaf Padre! Mio padre!
Le guardie Indietro!
Calaf O padre, sì, ti ritrovo!
La folla Crudeli!
Calaf Guardami! Non è sogno!
La folla Perché ci battete? Ahimè!
Liù Mio signore!
La folla Pietà!
Calaf Padre! Ascoltami! Padre! Son io! E benedetto sia il dolor per questa gioia che ci dona un Dio pietoso!
Timur O mio figlio! Tu! Vivo!
Calaf Taci! Chi usurpò la tua corona me cerca e te persegue. Non c'è asilo per noi, padre, nel mondo.
Timur T'ho cercato, figlio mio, e t'ho creduto morto.
Calaf T'ho pianto, padre…e bacio queste mani sante.
Timur O figlio ritrovato!
La folla Ecco i servi del boia. Muoia! Muoia! Muoia! Muoia!
Timur Perduta la battaglia, vecchio re senza regno e fuggente, una voce sentii che mi diceva: "Vien con me, sarò tua guida." Era Liù.
Calaf Sia benedetta!
Timur Ed io cadevo affranto, e m'asciugava il pianto, mendicava per me.
Calaf Liù, chi sei?
Liù Nulla sono! Una schiava, mio signore…
Le donne, gli uomini Gira la cote!
Calaf E perché tanta angoscia hai diviso?
Liù Perché un dì nella reggia m'hai sorriso.
Gli uomini Gira la cote, gira, gira! Gira, gira, gira!
I servi del boia Ungi, arrota, che la lama guizzi, sprizzi fuoco e sangue. Il lavoro mai non langue, mai non langue.
La folla …mai non langue…
I servi del boia …dove regna Turandot.
La folla …dove regna Turandot.
I servi del boia Ingi! Arrota!
I servi del boia, gli uomini Fuoco e sangue!
Le donne, gli uomini Dolci amanti, avanti, avanti!
I servi del boia Cogli uncini e coi coltelli…
Gli uomini Noi siam pronti a ricamar le vostre pelli!
La folla Dolci amanti, avanti, avanti!
I servi del boia …siamo pronti a ricamar!
La folla, i servi del boia, gli uomini Chi quel gong percuoterà apparire la vedrà. Bianca al pari della giada, fredda come quella spada… è la bella Turandot!
Le donne, i servi del boia, la folla Dolci amanti, avanti, avanti! Quando rangola il gong gongola il boia. Vano è l'amore se non c'è fortuna. Gli enigmi sono tre, la morte è una! La morte è una! Ungi, arrota!
La folla Gli enigmi sono tre, la morte è una! Che la lama guizzi, sprizzi sangue. Chi quel gong percuoterà?
I servi del boia Morte! Morte!
La folla Ah, ah! Ah, ah!
I servi del boia, la folla …dove regna Turandot!
La folla Perché tarda la luna? Faccia pallida! Mostrati in cielo! Presto, vieni! Spunta! O testa mozza! O squallida! Vieni! Spunta! Mostrati in cielo! O testa mozza! O esangue! O esangue, o squallida! O taciturna! O amante, smunta dei morti! O taciturna, mostrati in cielo! Come aspettano, o taciturna, il tuo funereo, lume i cimiteri! O esangue, squallida! O testa mozza! Ecco laggiù un barlume! Vieni, presto, spunta! O testa mozza, spunta! Vieni! O testa mozza, vieni! Mostrati, o faccia pallida! O faccia pallida! O esangue, pallida! Vieni, amante smunta dei morti! O amante, smunta dei morti! Vieni, vieni, spunta! Ecco laggiù un barlume, dilaga in cielo, la sua luce smorta!
Tutti Pu-Tin-Pao! La luna è smorta!
Ragazzi Là sui monti dell'Est la cicogna cantò. Ma l'april non rifiorì, ma la neve non sgelò. Dal deserto al mar non odi tu mille voci sospirar: "Principessa, scendi a me! Tutto fiorirà, tutto splenderà!" Ah!
La folla O giovinetto! Grazia, grazia! Com'è fermo il suo passo! Grazia! Com'è dolce, com'è dolce il suo volto! Ha negli occhi l'ebbrezza! Pietà! Com'è fermo il suo passo! Ha negli occhi la gioia! Pietà! Pietà!
Calaf Ah! La grazia!
Le donne, gli uomini, la folla Pietà di lui! Pietà! Principessa! Pietà di lui! Pietà! Principessa! Grazia! Grazia! Pietà di lui! Pietà! Pietà!
Calaf Ch'io ti veda e ch'io ti maledica! Crudele, ch'io ti maledica!
La folla, gli uomini Principessa! Pietà di lui! Principessa! Principessa, pietà! Principessa! Pietà di lui! Pietà di lui! Pietà! Pietà! La grazia, Principessa! Principessa! La grazia! La grazia!
Calaf O divina belezza! O meraviglia! O sogno!
I sacerdoti bianchi del corteo O gran Koung-tzè! Che lo spirito del morente giunga fino a te!
Timur Figlio, che fai?
Calaf Non senti? Il suo profumo è nell'aria! È nell'anima!
Timur Ti perdi!
Calaf O divina belezza, meraviglia! Io soffro, padre, soffro!
Timur No, no! Stringiti a me. Liù, parlagli tu! Qui salvezza non c'è! Prendi nella tua mano la sua mano!
Liù Signore, andiam lontano!
Timur La vita c'è laggiù!
Calaf Quest'è la vita, padre!
Timur La vita c'è laggiù!
Calaf Io soffro, padre, soffro!
Timur Qui salvezza non c'è!
Calaf La vita, padre, è qui! Turandot! Turandot! Turandot!
La voce del principe del Persia Turandot!
La folla Ah!
Timur Vuoi morire così?
Calaf Vincere, padre, nella sua belezza!
Timur Vuoi finire così?
Calaf Vincere gloriosamente nella sua bellezza!
Ping, Pong, Pang Fermo! Che fai? T'arresta! Chi sei, che fai, che vuoi? Va' via! Va', la porta è questa della gran beccheria! Pazzo, va' via! Qui si strozza! Si trivella! Si sgozza! Si spella! Si uncina e scapitozza! Va' via! Si sega e si sbudella! Va' via! Sollecito, precipite…Va' via! Al tuo paese torna in cerco d'uno stipite… Che vuoi, chi sei? …per romperti la corona! Va' via, va' via! Ma qui no! Pazzo, va' via, va' via!
Calaf Lasciatemi passare!
Ping, Pong, Pang Qui tutti i cimiteri sono occupati! Qui bastano i pazzi indigeni! Non vogliam più pazzi forestieri! O scappi, o il funeral per te s'appressa!
Calaf Lasciatemi passare!
Ping, Pong, Pang Per una principessa! Peuh! Che cos'è? Una femmina colla corona in testa e il manto colla frangia! Ma se la spogli nuda è carne! È carne cruda! È roba che non si mangia!
Calaf Lasciatemi passare, lasciatemi!
Ping, Pong, Pang Ah, ah, ah!
Ping Lascia le donne! O prendi cento spose, che, in fondo, la più sublime Turandot del mondo ha una faccia, due braccia, e due gambe, sì belle, imperiali, sì, sì, belle, ma sempre quelle! Con cento mogli, o sciocco, avrai gambe di ribocco, duecento braccia e cento dolci petti…
Ping, Pong, Pang Cento petti sparsi per cento letti! Ah, ah, ah!
Calaf Lasciatemi passar!
Ping, Pong, Pang Pazzo, va' via, va' via!
Le ancelle di Turandot Silenzio, olà! Laggiù chi parla? Silenzio! Silenzio! È l'ora dolcissima del sonno. Silenzio, silenzio, silenzio! Il sonno sfiora gli occhi di Turandot! Si profuma di Lei l'oscurità!
Ping Via di là, femmine ciarliere!
Ping, Pong, Pang Attenti al gong! Attenti al gong!
Calaf Si profuma di Lei l'oscurità!
Ping, Pong, Pang Guardalo, Pong (Ping, Pang)! È insordito! Intontito! Allucinato!
Timur Più non li ascolta, ahimè!
Ping, Pong, Pang Su! Parliamogli in tre! Notte senza lumicino, gola nero d'un cammino son più chiare degli enigmi di Turandot! Ferro, bronzo, muro, roccia… l'ostinata tua capoccia… son men duri degli enigmi di Turandot! Dunque va', saluta tutti! Varca i monti, taglia i flutti! Sta alla larga dagli enigmi di Turandot!
Le ombre dei morti Non indugiare! Se chiami, appare quella che estinti ci fa sognare. Fa ch'ella parli! Fa che l'udiamo! Io l'amo! Io l'amo! Io l'amo!
Calaf No, no, io solo l'amo!
Ping, Pong, Pang L'ami? Che cosa? Chi? Turandot? Ah, ah, ah! Turandot! O ragazzo demente! Turandot non esiste! Non esiste che il niente nel quale ti annulli! Turandot non esiste, non esiste! Turandot! Come tutti quei citrulli tuoi pari! L'uomo! Il Dio! Io! I popoli! I sovrani! Pu-Tin-Pao! Non esiste che il Tao! Tu ti annulli come quei citrulli tuoi pari, tu ti annulli! Come tutti quei citrulli tuoi pari! Non esiste che il Tao!
Calaf A me il trionfo! A me l'amore!
Ping, Pong, Pang Stolto, ecco l'amore! Così la luna bacerà il tuo volto!
Timur O figlio, vuoi dunque ch'io solo trascini pel mondo la mia torturata vecchiezza? Aiuto! Non c'è voce umana che muova il tuo cuore feroce?
Liù Signore, ascolta! Ah, signore, ascolta! Liù non regge più, si spezza il cuor! Ahimè, quanto cammino col tuo nome nell'anima, col nome tuo sulle labbra! Ma se il tuo destino doman sarà deciso, noi morrem sulla strada dell'esilio. Ei perderà suo figlio, io l'ombra d'un sorriso. Liù non regge più! Ah!
Calaf Non piangere, Liù! Se in un lontano giorno io t'ho sorriso, per quel sorriso, dolce mia fanciulla, m'ascolta: il tuo signore sarà domani, forse solo al mondo… Non lo lasciare, portalo via con te!
Liù Noi morrem sulla strada dell'esilio!
Timur Noi morrem!
Calaf Dell'esilio addolcisci a lui le strade! Questo, o mia povera Liù, al tuo piccolo cuore che non cade, chiede colui che non sorride più!
Timur Ah, per l'ultima volta!
Liù Vinci il fascino orribile!
Ping, Pong, Pang La vita è così bella!
Timur Abbi di me pietà!
Liù Abbi di Liù pietà!
Timur Abbi di me, di me pietà, pietà!
Ping, Pong, Pang Non perderti così!
Calaf Son io che domando pietà!
Liù Signore, pietà!
Timur Non posso staccarmi da te!
Calaf Nessuno più ascolto! Nessuno più ascolto!
Liù Pietà di lui!
Ping, Pong, Pang Afferralo, portalo via! Portalo via! Su! Porta via quel pazzo!
Calaf Io vedo il suo fulgido volto! La vedo! Mi chiama! Essa è là! Il tuo perdono chiede colui che non sorride più!
Timur Non voglio staccarmi da te! Pietà! Pietà! Mi getto ai tuoi piedi gemente. Abbi pietà! Non voler la mia morte!
Ping, Pong, Pang Su, portalo via quel pazzo! Trattieni quel pazzo furente! Folle tu sei! La vita è bella!
Liù Pietà! Signore, pietà, pietà!
Ping, Pong, Pang Su, un ultimo sforzo, portiamolo via! Portiamolo via, portiamolo via!
Calaf Lasciatemi! Ho troppo sofferto! La gloria m'aspetta laggiù. Forza umana non c'è che mi trattenga. Io seguo la mia sorte. Son tutto una febbre, son tutto un delirio! Ogni senso è un martirio feroce. Ogni fibra dell'anima ha una voce che grida.
Timur Tu passi su un povero core che sanguina invano per te! Nessuno ha mai vinto, nessuno. Su tutti la spiada piombò. Mi getto ai tuoi piedi: non voler la mia morte!
Ping, Pong, Pang Il volto che vedi è illusione, la luce che splende è funesta. Tu giochi la tua perdizione, tu giochi la testa. La morte, c'è l'ombra del bioa laggiù. Tu corri alla rovina! La vita non giocar!
Liù Pietà! Pietà di noi! Se questo suo strazio non basta, signore, noi siamo perduti con te! Ah, fuggiamo, signore, ah! Fuggiamo!
La folla La fossa già scaviam per te che vuoi sfidar l'amor. Nel buio c'è segnato, ahimè, il tuo crudel destin!
Calaf Turandot!
Liù, Timur, Ping, Pong, Pang La morte!
Calaf Turandot!
Ping, Pong, Pang E lasciamolo andar! Inutile è gridar in sanscritto, in cinese, in lingua mongola! Quando rangola il gong la morte gangola. Ah, ah, ah, ah!
Per Errori o malfunzionamenti del forum: academyfanclub@gmail.comIn Italia sotto i Borgia, per trent’anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù. (Il Terzo Uomo - O.Welles)
Un padiglione accanto alla reggia accoglie i tre ministri Ping, Pang e Pong che commentano la nuova tragica sfida del Principe Ignoto. Enumerano le morti già procacciate dal decreto di Turandot e sognano le loro case lontane e la vita pacifica di un tempo. Profetizzano comunque che verrà un giorno in cui un uomo riuscirà a superare la prova e ristabilire la pace in Cina. Intonano quindi un inno all'amore vittorioso. Ma il brusio della reggia che si sveglia, dopo i tre colpi di gong, li richiama velocemente alla dura realtà. Se ne vanno quindi per assistere alla nuova sfida e, forse, al nuovo supplizio.
Scena seconda
Nel grande cortile d'onore della reggia si erge una grandiosa scalinata, al sommo della quale si trova il trono dell'imperatore. E' notte, e la scena è illuminata da innumerevoli lanterne e resa fastosa dalla folla di dignitari e dalle masse di policrome insegne che gremiscono la gradinata. L'imperatore invita il Principe Ignoto a desistere dalla sfida: ma Calaf insiste per affrontare le prove. Viene proclamato il decreto di Turandot e la principessa ne spiega il movente. Una sua ava fu sconfitta da un principe straniero, fu trascinata via da lui, e ne morì di dolore e di vergogna. Turandot ha allora giurato di vendicare questo oltraggio punendo ogni straniero che desideri sposarla. Invita inoltre il Principe Ignoto alla rinuncia. Calaf non cede e la principessa gli propone il primo enigma: "Cosa nasce ogni notte e muore all'alba?" Dopo un ansioso silenzio il principe lo spiega: "La speranza!" I sapienti, consultate le loro pergamene, confermano e la folla mormora stupita. Turandot scende a metà della gradinata per avvicinarsi a Calaf, che rimane come abbagliato e gli propone il secondo enigma: " Qual è la cosa che guizza ed è rossa e calda, se non è il fuoco?" L'ignoto riflette e tace; il trepido silenzio è rotto dagli incitamenti di Liù, Timur e della folla. Infine anche la seconda spiegazione è trovata: "Il sangue" ed i sapienti approvano. La folla esulta e Turandot è smarrita. Scende tutta la scala e, faccia a faccia con l'Ignoto, formula il terzo enigma. Qual è quella cosa che è come il ghiaccio ma brucia? Gioisce dell'imbarazzo di Calaf, che sembra incapace di trovare la risposta; ma il principe, ch'era caduto in ginocchio, balza in piedi vittorioso: ecco la spiegazione: "Turandot!". La folla acclama entusiasta. La principessa sale verso il trono e supplica il padre di non gettarla in braccio allo straniero. Ma l'imperatore non può mancare alla parola data. Calaf ascolta la sua supplica e la libera dal patto poiché ciò che egli vuole è il suo amore. Le propone poi magnanimamente un enigma: se prima dell'alba ella sarà riuscita a scoprire il suo nome egli morrà! Turandot accetta. L'imperatore, commosso da tanta generosità apre la sua reggia all'Ignoto, che vorrebbe poter chiamare figlio. Mentre Calaf sale la scala per raggiungere il sovrano la folla lo acclama erompendo in un inno imperiale a piena voce.
Ping Olà, Pang! Olà, Pong! Poiché il funesto gong desta la reggia e desta la città, siam pronti ad ogni evento: Se lo straniero vince, per le nozze, e s'egli perde, pel seppellimento.
Ping, Pong, Pang Io preparo le nozze, ed io le esequie, le rosse lanterne di festa, le bianche lanterne di lutto, gli incensi e le offerte, monete di carta dorate, il bel palanchino scarlatto, thè, zuccero, noci moscate, il feretro grande, ben fatto, i bonzi che cantano, i bonzi che gemono, e tutto quanto il resto, secondo vuole il rito, minuzioso, infinito!
Ping O China, o China, che or sussulti e trasecoli inquieta, come dormivi lieta, gonfia dei tuoi settantamila secoli!
Ping, Pong, Pang Tutto andava secondo l'antichissima regola del mondo. Poi nacque Turandot… E sono anni che le nostre feste si riducono a gioie come queste: tre battute di gong, tre indovinelli… e giù teste! L'anno del Topo furon sei. L'anno del Cane furon otto. Nell'anno in corso, il terribile anno della Tigre, siamo già al tredicesimo! Tredicesimo, con quello che va sotto! Che lavoro! Che noia! A che siamo mai ridotti? I ministri siam del boia! Ministri del boia!
Ping Ho una casa nell'Honan con il suo laghetto blu, tutto cinto di bambù. E sto qui a dissiparmi la mia vita, a stillarmi il cervel sui libri sacri.
Ping, Pong, Pang Sui libri sacri… E potrei tornar laggiù, presso il mio laghetto blu, tutto cinto di bambù.
Pong Ho foreste, presso Tsiang, che più belle non c'è ne, che non hanno ombra per me. Ho foreste, che più belle non c'è ne!
Pang Ho un giardino, presso Kiu, che lasciai per venir qui, e che non rivedrò, non rivedrò mai più, mai più!
Ping E potrei tornar laggiù, presso mio laghetto blu, tutto cinto di bambù!
Ping, Pong, Pang E stiam qui a stillarci il cervel, sui libri sacri! E potrei tornare a Tsiang. E potrei tornare laggiù. E potrei tornare a Kiu… a godermi il lago blu. Tsiang… Kiu… Honan… tutto cinto di bambù!
Ping, Pong, Pang O mondo pieno di pazzi innamorati! Ne abbiam visti arrivar degli aspiranti! O quanti! O quanti!
Ping O mondo pieno di pazzi innamorati! Vi ricordate il principe regal di Samarcanda? Fece la sua domanda, e lei con quale gioia gli mandò il boia!
La folla Ungi, arrota, che la lama guizzi e sprizzi… fuoco e sangue!
Ping, Pong, Pang Il boia! E l'Indiano gemmato Sagarika cogli orecchini come campanelli? Amore chiese, fu decapitato! Ed il Birmano? E il prence dei Kirghisi? Uccisi! Uccisi! Uccisi! Uccisi! E il Tartaro dall'arco di sei cubiti di ricche pelli cinto? Estinto! Estinto!
La folla Dove regna Turandot il lavoro mai non langue!
Ping, Pong, Pang E decapita! Uccidi! Uccidi! Uccidi! Uccidi! Ammazza! Estingui! Uccidi! Estingui! Ammazza! Addio, amore, addio, razza! Addio, stirpe divina! E finisce la China! Addio, stirpe divina! O Tigre! O Tigre! O grande marescialla del cielo, fa che giunga la gran notte attesa, la notte della resa! Il talamo le voglio preparare! Sprimaccerò per lei le molli piume. Io l'alcova le voglio profumare. Gli sposi guiderò reggendo il lume. Poi tutt'e tre in giardino noi canterem d'amor fino al mattino, così… Non v'è in China per nostra fortuna donna più che rinneghi l'amor! Una sola ce n'era e quest'una che fu ghiaccio, ora è vampa ed ardor! Principessa, il tuo impero si stende dal Tsè-Kiang all'immenso Jang-Tsè! Ma là, dentro alle soffici tende, c'è uno sposo che impera su te! Tu dei baci già senti l'aroma, già sei doma, sei tutta languor! Gloria, gloria alla notte segreta, che il prodigio ora vede compir! Gloria, gloria alla gialla coperta di seta… notte segreta! Testimonio dei dolci sospir! Nel giardin sussurran le cose e tintinnan campanule d'or… Si sospiran parole amorose, di rugiada s'imperlano i fior! Gloria, gloria al bel corpo discinto che il mistero ignorato ora sa! Gloria all'ebbrezza e all'amore che ha vinto e alla China la pace ridà!
Ping Noi si sogna e il palazzo già formicola di lanterne, di servi e di soldati. Udite il gran tamburo del tempio verde! Già stridon le infinite ciabatte di Pekino.
Ping, Pong, Pang Udite trombe! Altro che pace! Ha inizio la ceremonia. Andiamo a goderci l'ennesimo supplizio!
La folla Gravi, enormi ed imponenti col mister dei chiusi enigmi già s'avanzano i sapienti. Ecco Ping! Ecco Pong! Ecco Pang! Diecimila anni al nostro Imperatore! Gloria a te!
L'Imperatore Un giuramento atroce mi constringe a tener fede al fosco patto. E il santo scettro ch'io stringo gronda di sangue. Basta sangue! Giovine, va'!
Calaf Figlio del Cielo, io chiedo d'affrontar la prova!
L'Imperatore Fa ch'io possa morir senza portare il peso della tua giovine vita!
Calaf Figlio del Cielo, io chiedo d'affrontar la prova!
L'Imperatore Non voler che s'empia ancor d'orror la Reggia, il mondo...
Calaf Figlio del Cielo, io chiedo d'affrontar la prova!
L'Imperatore Straniero, ebbro di morte! E sia! Si compia il tuo destino!
La folla Diecimila anni al nostro Imperatore!
Il Mandarino Popolo di Pekino! La legge è questa: Turandot, la pura, sposa sarà di chi, di sangue regio, spieghi gli enigmi ch'ella proporrà. Ma chi affronta il cimento e vinto resta porga alla scure la superba testa!
I ragazzi Dal deserto al mar non odi mille voci sospirar: Principessa, scendi a me! Tutto splenderà, splenderà, splenderà!
Turandot In questa reggia, or son mill'anni e mille, un grido disperato risonò. E quel grido, traverso stirpe e stirpe qui nell'anima mia si rifugiò! Principessa Lou-Ling, ava dolce e serena che regnavi nel tuo cupo silenzio in gioia pura, e sfidasti inflessibile e sicura l'aspro dominio, oggi rivivi in me!
La folla Fu quando il Re dei Tartari le sette sue bandiere dispiegò.
Turandot Pure nel tempo che ciascun ricorda, fu sgomento e terrore e rombo d'armi. Il regno vinto! E Lou-Ling, la mia ava, trascinata da un uomo come te, come te straniero, là nella notte atroce dove si spense la sua fresca voce!
La folla Da secoli ella dorme nella sua tomba enorme.
Turandot O Principi, che a lunghe carovane d'ogni parte del mondo qui venite a gettar la vostra sorte, io vendico su voi, su voi quella purezza, quel grido e quella morte! Mai nessun m'avrà! L'orror di che l'uccise vivo nel cuor mi sta! No, no! Mai nessun m'avrà! Ah, rinasce in me l'orgoglio di tanta purità! Straniero! Non tentar la fortuna! Gli enigmi sono tre, la morte è una!
Calaf No, no! Gli enigmi sono tre, una è la vita!
La folla Al Principe straniero offri la prova ardita, o Turandot! Turandot!
Turandot Straniero, ascolta: "Nella cupa notte vola un fantasma iridescente. Sale e spiega l'ale sulla nera infinita umanità. Tutto il mondo l'invoca e tutto il mondo l'implora. Ma il fantasma sparisce coll'aurora per rinascere nel cuore. Ed ogni notte nasce ed ogni giorno muore!"
Calaf Sì! Rinasce! Rinasce e in esultanza mi porta via con sé, Turandot: La Speranza!
I Sapienti La Speranza! La Speranza! La Speranza!
Turandot Sì, la speranza che delude sempre! "Guizza al pari di fiamma, e non è fiamma. È talvolta delirio. È febbre d'impeto e ardore! L'inerzia lo tramuta in un languore. Se ti perdi o trapassi, si rafredda. Se sogni la conquista, avvampa, avvampa! Ha una voce che trepido tu ascolti, e del tramonto il vivido baglior!"
L'Imperatore Non perderti, straniero!
La folla È per la vita! Parla! Non perderti, straniero! Parla!
Liù È per l'amore!
Calaf Sì, Principessa! Avvampa e insieme langue, se tu mi guardi, nelle vene: Il Sangue!
I Sapienti Il Sangue! Il Sangue! Il Sangue!
La folla Coraggio, scioglitore degli enigmi!
Turandot Percuotete quei vili! "Gelo che ti dà foco e dal tuo foco più gelo prende! Candida ed oscura! Se libero ti vuol ti fa più servo. Se per servo t'accetta, ti fa Re!" Su, straniero, ti sbianca la paura! E ti senti perduto! Su, straniero, il gelo che dà foco, che cos'è?"
Calaf La mia vittoria ormai t'ha data a me! Il mio fuoco ti sgela: Turandot!
I Sapienti Turandot! Turandot! Turandot!
La folla Turandot! Turandot! Gloria, gloria, o vincitore! Ti sorrida la vita! Ti sorrida l'amor! Diecimila anni al nostro Imperatore! Luce, Re di tutto il mondo!
Turandot Figlio del Cielo! Padre augusto! No! Non gettar tua figlia nelle braccia dello straniero!
L'Imperatore È sacro il giuramento!
Turandot No, non dire! Tua figlia è sacra! Non puoi donarmi a lui, a lui come una schiava. Ah, no! Tua figlia è sacra! Non puoi donarmi a lui come una schiava morente di vergogna! Non guardarmi così! Tu che irridi al mio orgoglio, non guardarmi così! Non sarò tua! No, non sarò tua! Non voglio, non voglio!
L'Imperatore È sacro il giuramento!
La folla È sacro il giuramente! Ha vinto, Principessa! Offrì per te la vita!
Turandot Mai nessun m'avrà!
La folla Sia premio al suo ardimento!
Turandot Mi vuoi nelle tue braccia a forza, riluttante, fremente?
La folla È sacro, è sacro, è sacro il giuramente, è sacro!
Calaf No, no, Principessa altera! Ti voglio ardente d'amor!
La folla Coraggioso! Audace! Coraggioso! O forte!
Calaf Tre enigmi m'hai proposto, e tre ne sciolsi. Uno soltanto a te ne proporrò: Il mio nome non sai. Dimmi il mio nome. Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba morirò…
L'Imperatore Il cielo voglia che col primo sole mio figliolo tu sia!
La folla Ai tuoi piedi ci prostriam, Luce, Re di tutto il mondo! Per la tua saggezza, per la tua bontà ci doniamo a te, lieti in umiltà, a te salga il nostro amor! Diecimila anni al nostro Imperatore! A te, erede di Hien-Wang noi gridiam: Diecimila anni al nostro Imperatore! Alte, alte le bandiere! Gloria a te! Gloria a te!