Il grande masturbatore
1929
Olio su tela
110X150cm
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia
lascito Dalì allo Stato spagnolo
Arte: Riservata Solo Iscritti Attivi |
Il grande masturbatore fu realizzato da Salvador Dalí nel 1929 e si avvale di tutte le più importanti peculiarità che contraddistinguono la produzione migliore del grande artista spagnolo.
L'opera è, infatti, sconcertante e seduttiva; incalzante, seppur immersa in un'atmosfera rarefatta; e, soprattutto, contraddistinta al contempo da un limpido realismo (dovuto alla capacità dell'artista di rendere gli effetti della luce sulle superfici) e da una dimensione del tutto improbabile e irreale.
L'opera fa parte di una serie di pezzi prodotti tra il finire degli anni venti e l'inizio degli anni trenta, fondati su "destabilizzanti deformazioni onirico-paranoiche" (Enrico Crispolti, da Il Surrealismo, Milano, 1969).
Caratterizzato da una complessa iconografia barocca, questo dipinto è anticipatore dell'interesse da parte di Dalí per le strutture molli (vedi i famosi orologi de "La persistenza della memoria").
Elementi
Il grande masturbatore condensa in sé gran parte del repertorio di motivi per immagine di Salvador Dalí:
- le conchiglie,
- i sassi,
- la cavalletta (che qui ha il ventre in decomposizione ricoperto da formiche),
- il simbolo fallico, che ritroviamo riproposto sia nel pistillo della calla, sia nella lingua eretta del leone africano che, somigliando volutamente ad una Gorgone distruttrice, riprende, inoltre, il tema freudiano che vede nella testa di Medusa la minaccia della castrazione,
- la scena che riproduce un atto di fellatio, rappresenta l'angoscia sessuale dell'autore,
- la coppia sospesa sotto la figura molle che domina il quadro, sembra riprendere le forme della Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti, anche se la figura femminile riporta anche al vissuto domestico di Dalí: pare, infatti, che sia ispirata ad uno specchio appeso nella casa di famiglia.
Fonti di ispirazione
Ne Il grande masturbatore si ritrovano entrambe le fonti primarie di tutta l'esperienza narrativa di Dalí: i paesaggi della sua infanzia, riproposti attraverso la rappresentazione degli altopiani desertici; e Gala, la donna, che dopo averlo incontrato sceglie di stargli accanto per tutta la vita, salvandolo dalla sua presunta dipendenza dall'onanismo.
Studi recenti, inoltre, hanno definito la misteriosa figura con la palpebra chiusa un'immagine raffigurata in uno dei pannelli del trittico Il giardino delle delizie - 1480-1490 - di Hieronymus Bosch.
Dettaglio del Giardino dell'Eden, roccia antropomorfa . nel pannello a sinistra
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Della serie che il novecento non ha inventato niente!!!