Paul Gauguin
Paul Gauguin (Parigi, 7 giugno 1848 – Hiva Oa, 8 maggio 1903) è stato un pittore francese.
Formatosi, dalla metà degli anni Settanta, nell'Impressionismo, si distaccò dall'espressione naturalistica accentuando progressivamente l'astrazione della visione pittorica, realizzata in forme piatte di colore puro e semplificate con la rinuncia alla prospettiva e agli effetti di luce e di ombra, secondo uno stile che fu chiamato sintetismo o cloisonnisme, al quale rimase sempre fedele pur sviluppandolo durante tutta la sua vita e portandolo a piena maturità nelle isole dei mari del Sud, quando egli si propose il tema di rappresentare artisticamente l'accordo armonico della vita umana con quella di tutte le forme naturali, secondo una concezione allora ritenuta tipica delle popolazioni primitive.
I pittori nabis e i simbolisti si richiamarono esplicitamente a lui, mentre la libertà decorativa delle sue composizioni aprì la via all'Art Nouveau, così come il suo trattamento della superficie lo rese un precursore del fauvismo e la semplificazione delle forme fu tenuta presente da tutta la pittura del Novecento.
Paul Gauguin viene considerato uno dei precursori dell'arte moderna.
L'importanza del suo lavoro però è spesso oscurata dall'alone leggendario che circonda la sua figura. Per molti Gauguin rappresenta l'idea del bohemien che abbandona la tranquillità della vita borghese, per gettarsi a capofitto nell'avventura, quell'avventura che lo conduce a morire lontano da casa, in Polinesia.
Esaminare le opere di Gauguin è il modo migliore per comprendere la reale importanza della sua figura e inquadrare la sua opera nella giusta prospettiva.
In primo luogo, permette di analizzare l'evoluzione del suo lavoro. In questo modo si osserva il cammino che lo porta a elaborare uno stile maturo.
Inoltre, si possono cogliere i germi delle ricerche che, dopo la sua morte, avrebbero portato avanti alcuni protagonisti dell'arte moderna: i "fauve", gli espressionisti tedeschi, Kandinsky e gli astrattisti.
L'analisi delle opere di Gauguin permette, poi, di precisare i temi e i soggetti in esse più ricorrenti. Grazie al modo in cui un soggetto è affrontato in ogni fase della sua maturazione, si riesce a cogliere l'evoluzione del suo pensiero e dei suoi interessi.
Un altro strumento importante è il confronto di opere particolari di Gauguin con quelle di alcuni suoi colleghi.
Da tali confronti emerge la fitta trama di idee e sperimentazioni che attraversava l'arte francese del tempo. Da questo magma sarebbero scaturite quasi tutte le grandi avanguardie del primo '900.
E di esse Paul Gauguin è stato uno dei padri.
Fasi principali del lavoro di Gauguin
Paul Gauguin inizia a dipingere attorno ai primi anni '70, per passatempo. Mano a mano la passione cresce, e con essa anche il desiderio di stimoli.
Nel 1873 sposa Mette Sophie Gad, una giovane danese di buona famiglia, da cui avrà 5 figli.
Continua a lavorare in Borsa, ma col tempo la pittura lo assorbe sempre più seriamente.
Nel 1876 comincia ad acquistare opere degli impressionisti, che diventano uno dei suoi principali riferimenti.
Su invito di Pissarro espone un'opera alla quarta mostra impressionista (1879). Da allora non mancherà di partecipare a tutte quelle che seguiranno (l'ultima ha luogo nel 1886).
Ma il periodo importante della carriera artistica di Gauguin comincia proprio attorno alla metà degli anni '80, quando l'artista si discosta in modo sempre più netto dall'Impressionismo.
Da allora, la vita di Gauguin si fa sempre più tumultuosa e avventurosa: la Bretagna, i Caraibi, la breve convivenza con van Gogh, il ritorno in Bretagna, fino alla partenza per la Polinesia. Vicende personali e mito si mescolano, avvolgendo la figura dell'artista in un alone leggendario.
A dispetto delle vicende personali, l'evoluzione del lavoro si svolge in modo rapido, ma impeccabile. In poco più di cinque anni Gauguin porta a compimento la maturazione del suo stile "sintetico", e definisce con chiarezza l'ambito della sua ricerca e dei temi.
Gli inizi di Paul Gauguin
e il rapporto con l'Impressionismo (1876-86)
L'apprendistato artistico di Paul Gauguin si svolge tra il 1876 e il 1886, anno dell'ultima mostra impressionista. In questo periodo l'artista si accosta agli impressionisti, ne subisce l'influenza, per poi allontanarsene gradualmente.
Le tele raffigurano paesaggi, vedute, figure di donna. La tecnica rivela analogie con la pittura di Pissarro e Cézanne degli stessi anni. Gauguin, infatti, tende a dipingere a piccole pennellate di colore puro.
Ma, come i risultati dimostrano, manca la luminosità propria degli impressionisti. L'attenzione agli effetti di luce, ai giochi delle ombre, al cosiddetto "colore locale" è minore: segno che gli interessi dell'artista tendono a rivolgersi altrove.
Gauguin negli anni seguenti manifesterà crescente avversione per il "colore locale" degli impressionisti. In un biglietto inviato da Arles a Bernand lo definirà addirittura "... questo canagliesco colore locale..." Ancora ad Arles, esorterà van Gogh a dipingere a memoria.
In definitiva, se la suggestione dell'Impressionismo inizialmente è forte, col tempo affiorano i reali intenti dell'artista. E sul piano delle idee la distanza è grande.
Paul Gauguin in Bretagna e Martinica (1886-88)
Il periodo dal 1886 al 1891 è fitto di avvenimenti e spostamenti.
Nel 1886 Gauguin si stabilisce in Bretagna, a Pont-Aven. Attorno a lui comincia a formarsi una piccola cerchia di amici artisti.
Gauguin, attratto dalle stampe giapponesi che circolavano, ne subisce l'influenza. La sua pittura va incontro ad un processo di stilizzazione che la allontana definitivamente dall'impressionismo.
I soggetti delle tele sono il paesaggio, le contadine bretoni, qualche natura morta (come la famosa Fête Gloanec, 1888).
Ma lo spirito di Gauguin non è alla ricerca solo di stimoli artistici e paesaggistici. In lui è vivo il desiderio di sensazioni particolari, tra cui quel senso di purezza, naturalezza e verginità che non riesce a trovare nella sua terra.
Con il collega Charles Laval parte nell'Aprile 1887 alla volta di Panama, e da lì della Martinica. La natura tropicale fa irruzione con i suoi colori e la sua lussureggiante sensualità.
Purtroppo i problemi sono tanti e nel Novembre 1887 fa ritorno in Francia.
L'esperienza lascia l'amaro in bocca. Ciononostante basta a suscitare in Gauguin il sogno di dare vita a quello che lui definisce un "atelier ai tropici": una comunità di artisti che lavorano assieme a contatto con la primitiva purezza della natura e della gente dei tropici.
All'inizio dell'anno successivo riparte quasi subito per la Bretagna.
La convivenza con van Gogh a Arles
(Novembre-Dicembre 1888)
Alla fine di Ottobre 1888 Gauguin raggiunge Vincent van Gogh a Arles.
È soprattutto l'insistenza di Vincent e la calorosa premura di Theo van Gogh, che fa di tutto per affiancare un amico alla fragile personalità del fratello, a convincere Gauguin.
Si trattò di una breve e travagliata convivenza, fatta di scambi culturali intensi e tesi, ma anche di violenti scontri dovuti soprattutto all'incipiente malattia mentale di Van Gogh.
Momento culminante fu l'automutilazione dell'orecchio da parte di van Gogh alla vigilia di Natale, seguita dalla frettolosa partenza di Gauguin.
Problemi mentali a parte, l'esperienza non sarebbe comunque potuta durare. Tutto scaturiva, infatti, dal sogno di van Gogh di dare vita a una sorta di "Atelier del Sud".
Ma fu proprio nella "Casa gialla" di Arles che Gauguin cominciò a vagheggiare il sogno di un diverso "atelier": un "Atelier dei tropici".
Nell'arco di due mesi Gauguin portò a termine diverse tele.
I soggetti andavano da angoli di paesaggio nei dintorni di Arles, a scene di interni. Famosa la scena dell'interno di caffè, riprodotta da entrambi gli artisti: The Night Café di van Gogh, oggi alla Yale University Art Gallery di New Haven.
In alcune opere del periodo si avverte l'influenza delle stampe giapponesi. In Giardino a Arles i contorni sinuosi e stilizzati conferiscono un carattere vignettistico alla composizione. In effetti, le figure sembrano muoversi in uno spazio privo di prospettiva.
La tela piaceva a van Gogh, che vi si ispirò per il suo lavoro.
Ma la mente di Gauguin correva già altrove. Come lo dimostra la svolta sintetista, attuata a Pont-Aven e Le Pouldu.