Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, più noto semplicemente come Velázquez (Siviglia, 6 giugno 1599 – Madrid, 6 agosto 1660), è stato un pittore spagnolo, l'artista più importante tra quelli presenti alla corte di Re Filippo IV di Spagna.
Fu uno degli artisti più rappresentativi dell'epoca barocca e un grande ritrattista.
Tra il 1629 e il 1631 trascorse un anno e mezzo in Italia con l'intento di viaggiare e studiare le opere d'arte presenti nel paese, facendovi poi ritorno nel 1649.
Oltre a numerose versioni di note scene storiche e letterarie, dipinse moltissimi ritratti dei membri della famiglia reale di Spagna, di altri importanti personaggi dell'Europa del tempo ed anche di persone comuni, attività che raggiunse il suo vertice massimo con la realizzazione del capolavoro Las Meninas (1656).
A partire dalla prima metà del XIX secolo l'opera di Velázquez ha rappresentato un modello a cui si sono ispirati i pittori dei movimenti realista e impressionista, in particolare Édouard Manet.
Da allora, anche altri artisti moderni, tra cui gli spagnoli Pablo Picasso e Salvador Dalí e l'anglo irlandese Francis Bacon hanno pagato il loro tributo a Velázquez reinterpretando alcune delle sue opere più celebri.
Pablo Picasso rese il più duraturo omaggio a Velázquez nel 1957, quando dipinse una propria versione di Las Meninas nel suo caratteristico stile cubista. Anche se temeva che se avesse rifatto il quadro di Velázquez sarebbe stato visto solo come una copia e non come un lavoro originale, si mise ugualmente al lavoro e l'enorme dipinto—il più grande che abbia realizzato dopo Guernica del 1937— si guadagnò un posto di grande importanza nella storia dell'arte spagnola.
Anche Salvador Dalí come Picasso, anticipando il trecentennale della morte di Velázquez, nel 1958 realizzò un'opera chiamata "Velázquez mentre ritrae l'Infanta Margarita con le luci e le ombre della sua gloria"; lo schema dei colori rivela che il tributo di Dalì a Velázquez era davvero sentito; l'opera servì anche, come nel caso di Picasso, come mezzo per diffondere le nuove teorie artistiche, nel caso di Dalì, il suo misticismo nucleare.
Il pittore anglo-irlandese Francis Bacon trovò che il ritratto di Papa Innocenzo X fosse uno dei più grandi ritratti mai realizzati. Creò così negli anni cinquanta diverse interpretazioni dell'opera in chiave espressionista: i dipinti di Bacon però, rappresentavano il Papa con un aspetto raccapricciante, perché era morto da secoli. Una di queste celebri variazioni, intitolata Figure with Meat, mostra il Papa tra le due metà di una mucca sezionata.
L'opera di Velásquez http://www.larassegnadischia.it/Rassegn ... azquez.htm
Lo stile barocco nella penisola iberica porta il nome del pittore spagnolo Velázquez.
Il suo talento segna lo sviluppo dell'arte spagnola e lo dimostra, tra l'altro, l'influenza che eserciterà molto più tardi su Francisco Goya. Si forma studiando la cultura pittorica dei suoi contemporanei e soprattutto facendo particolare riferimento al realismo italiano ed a quello fiammingo.
La sua densa produzione destinata, a partire dal 1623, quasi esclusivamente al re, è conservata oggi, al museo del Prado, poco rappresentata è invece nello stesso museo l’epoca sivigliana.
Nel XVIII secolo i quadri di quest'epoca, ricercati dagli appassionati stranieri, in primo luogo inglesi, e dispersi oggi in tutto il mondo, sono rimasti per lungo tempo poco conosciuti.
Religiosi o profani, tutti rivelano una capacità e una sicurezza stupefacente in un artista così giovane. Essi riflettono più che l'arte di Pacheco, l’opera del focoso Herrera (presso il quale Velázquez aveva lavorato per qualche tempo), di Montañés maestro della scultura su legno e amico intimo di Pacheco, e soprattutto il naturalismo tenebrista di Caravaggio che era giunto a Siviglia verso il 1610.
Opere come l'Adorazione dei Magi del 1619 (Prado, Madrid) devono il loro valore innanzitutto ai magnifici ritratti e alle scene della vita popolare sivigliana.
Citiamo, per esempio, la Vecchia friggitrice (1618, museo di Glasgow) o il Portatore d'acqua (collezione privata inglese), entrambi caratterizzati da una pacifica maestosità.
Nei quadri a tema sacro (Cristo in casa di Marta e Maria, National Gallery, Londra; i Discepoli di Emmaus, collezione privata irlandese), il primo piano è occupato da modelli, a mezzo busto, secondo l'esempio dei quadri olandesi dei secoli precedenti, che Velázquez ha avuto modo di conoscere.
Nel corso dei primi anni trascorsi alla corte, il pittore spagnolo accoglie nel suo stile la lezione delle collezioni reali, degli Italiani e di Rubens, che gli insegna a snellire e ad aerare le sue figure.
L'Italia, e soprattutto Venezia, dove egli trova il «meglio della pittura», gli insegna a raggruppare con naturalezza le proprie figure e a immergerle in un'atmosfera omogenea: lo si può constatare in La tunica di Giuseppe (1630, Escorial), unico quadro che egli abbia sicuramente dipinto a Roma in quel periodo. Con il ritorno a Madrid, Velázquez raggiunge la pienezza di un'arte che gioca con eguale padronanza, a seconda delle commissioni reali, con toni molto diversi, creando armonie personali di ocra, verdi e grigi e adottando spesso come fondali vasti paesaggi chiari.
Molto interessante risulta l'ampio realismo presente ne La fucina di Vulcano (Prado) e il mistero del volto rivelato dal suo riflesso di Venere allo specchio della National Gallery di Londra (presente in mostra e logo dell’appuntamento). Quest’ultima opera è stata dipinta prima del 1651, molto probabilmente in Italia nonostante la grazia nervosa di questo nudo inarcato «a chitarra» sia tutta spagnola.
A questi due gruppi si aggiunge un grande quadro storico, destinato al «salone dei Regni» del Retiro (1635): Le lance o La resa di Breda (Prado), capolavoro di ritmo nella sua composizione a fregio, di raffinatezza cromatica con i toni contrapposti dei suoi due gruppi sugli ampi sfondi bluastri e infine di dignità umana nell'accoglienza offerta dal vincitore al vinto.
Malgrado tutto, Velázquez si specializza sempre più nel ritratto e per prima cosa in quelli della famiglia reale. Tra le sue ultime opere particolarmente singolare la rappresentazione dell'infanta Margherita e le sue dame (Las meninas, 1658, Prado), un'«istantanea» della vita quotidiana della corte in un pomeriggio d'estate. Attorno alla piccola infanta Margarita, sono riuniti le due damigelle d'onore (meninas), gli amici nani, il suo cane e lo stesso pittore che dipinge una tela di cui si vede il rovescio, mentre la coppia dei sovrani, supposto soggetto della tela, è riflessa in uno specchio sul muro di fondo.
Quadro unico, sia per la composizione insolita e la naturalezza dei gesti e degli atteggiamenti, sia per la dolcezza misteriosa della luce e dello spazio: «salvezza» dell'istante fuggitivo catturato da uno sguardo la cui acutezza non trova eguali. Velázquez, che ha avuto come punto di partenza il «tenebrismo», trova così il proprio completamento in una sorta di «impressionismo».
Egli ha rinnovato la visione dei pittori madrileni della seconda metà del secolo e risvegliato il genio di Goya che incise numerose delle sue opere e si avvicinò al suo stile del ritratto. Manet saluta in lui il «pittore dei pittori». Velázquez incarna la figura di un iniziatore per Monet, Renoir, Whistler, perché propone alcune anticipazioni delle loro ricerche cromatiche e della loro immagine «fluida» del mondo.