Tentazioni di sant'Antonio
Le Tentazioni di sant'Antonio è un dipinto a olio su tavola (70x51 cm) attribuito a Hieronymus Bosch e a un suo seguace, databile al 1500-1525 circa e conservato nel Museo del Prado di Madrid.
Il dipinto è dedicato a uno dei soggetti preferiti dal Bosch: Antonio abate, il primo eremita, che riuscì a resistere agli attacchi del demonio, come riferiscono la Vita di sant'Antonio di Atanasio e la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Per quanto riguarda le fonti iconografiche dell'opera, secondo Combe, l'artista si ispirò alle scene di contemplazione fornite dagli scritti mistici di Ruysbroeck e alle litografie del Exercitium super Pater noster, legate alla confraternita dei Fratelli della Vita Comune a cui era vicino. In una di tali stampe, edite in una ristampa nel 1445-1450, si vede in particolare un confratello similmente in meditazione all'aperto, presso un ruscelletto e un capanna.
Il santo, in primo piano vicino all'inseparabile maialetto, non appare distratto dai demoni che lo circondano, accompagnati dalle tentazioni rappresentate in vari modi: coltelli sbeccati, scale, carri del diavolo, frammenti di armatura, piccoli demoni-grilli. Questi tipici elementi del repertorio fantasioso di Bosch appaiono però in questa tavola privi di sfrenatezza, placati e più statici.
Antonio è imbacuccato nel saio, dove si legge un Tau, sotto la cavità di un albero su cui poggia un precario tetto fatto di paglia. Gli è di fronte un ruscello, da cui prendono vita numerose figure demoniache.
Lo sfondo è composto da una serie di "terrazze" di paesaggio, dai toni verdi e giallognoli, con soavi azzurri verso l'orizzonte, dove oltre le cime degli alberi spuntano le punte di torri aguzze.
Bibliografia
Franca Varallo, Bosch, Skira, Milano 2004.
William Dello Russo, Bosch, "I geni dell'arte", 2ª edizione, Milano, Mondadori Electa, 2008. ISBN 978-88-370-6431-0
scheda museo
San Antonio Abate, già anziano, appare meditando in un tronco d'albero secco. Questo e l'acqua in primo piano e la ricca vegetazione dello sfondo evocano il deserto nel quale il santo eremita rimase venti anni in solitudine, perché, in quell'poca, il deserto non è un luogo privo di vita, ma solitario, popolato in questo caso da demoni che sono pronti a tentare di San Antonio.
Bosch li include in questo lavoro, quasi come attributi di identificazione del santo, insieme a quelli consueti: abito marrone scuro del santo con la lettera greca "tau", e il maiale al suo fianco
Originariamente incorniciato da un arco a tutto sesto, questo lavoro maturo e autografo e di grande qualità tecnica, anche difficile da datare con esattezza.
Filippo II ha inviato al Monastero di El Escorial, da dove entrò al Museo del Prado.